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Il segmento testuale Porta S è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 37Entità Multimediali , di cui in selezione 14 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 713

Brano: Porta San Paolo

Le macerie dell’Ospedale Maggiore, centro di resistenza dei partigiani nella battaglia di Porta Lame

Sul posto si era nel frattempo portato anche il comandante tedesco della piazza, il maggiore delle SS Gold. Alle 13 le posizioni partigiane « non si erano ancora potute espugnare » e, affermerà nel suo rapporto il Comandante del R.A.P., « gli ufficiali tedeschi presenti mandavano a prendere un cannoncino anticarro e un carro armato 88 della Flak per demolirle ». La resistenza dei partigiani continuò.

« Alle 15,30 — scriverà il questore, — grazie all’impiego dei nuovi mezzi, un[...]

[...]ni dei miei uomini per una ispezione. Giunto a Porta Lame sono stato fatto segno ad una violenta sparatoria di mitra e moschetti. Si trattava di altri partigiani (dal volume di fuoco penso fossero almeno un centinaio) provenienti da un'altra parte, con evidente intenzione di portare aiuto a quelli già sgominati. Erano dislocati in profondità entro via Lame, nascosti dietro le colonne, e a ovest di detta via fra le macerie e dentro le case fino a Porta S. Felice. Difatti il mio torpedone è rimasto sotto il fuoco da via Lame, fino a detta porta, per il viale di circonvalla

zione. Questo secondo episodio [...] ha avuto termine circa alle 0,40 del giorno 811 ».

La vittoria

Su l’Unità straordinaria, edita a Bologna e datata 8 novembre 1944 (a. XXI, n. 14), sotto il titolo « A Bologna i patrioti sbaragliano centinaia di banditi delle SS tedesche e delle brigate nere », apparve un comunicato del C.U.M.E.R., ove si dava notizia di « un morto e alcuni feriti » fra i garibaldini, e si affermava che la battaglia, durata ben 19 ore, era « costa[...]

[...]mò di successivi, numerosi decessi avvenuti tra i fascisti e i tedeschi feriti nei combattimenti. Ma la vittoria partigiana di Porta Lame ebbe un significato ben più alto delle perdite inflitte al nemico. La sua dimensione va valutata nella dimostrata capacità di resistere, spezzare l’accerchiamento, riversarsi sui nazifascisti e batterli, e sapersi infine sottrarre dal terreno dello scontro per essere poi ancora in grado di colpire.

L.Ar.

Porta San Paolo

La battaglia svoltasi a Roma, a Porta San Paolo, è concordemente ritenuta dai protagonisti e dai testimoni « a caldo », ma anche successivamente e meditatamente dagli storici, come l'inizio della Resistenza in Italia.

L’ultima disperata difesa della Capitale di fronte all’occupazione tedesca, attuata il 10.9.1943 alla Piramide Cestia, dove civili e militari, abbandonati dal governo e dalle autorità dello Stato, si trovarono a combattere fianco a fianco, riveste anche un valore di modello e simbolo. Fu il momento aurorale, istintivo della Resistenza che nei duri mesi deH'inverno 1943 e ancor più nel corso del 1944, contro diffico[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 281

Brano: [...]a Zara; laureato in legge.

Dopo aver frequentato la scuola di

pilotaggio di Castiglion del Lago, dal 1940 prestò servizio attivo nel Mediterraneo, in Grecia e in Tunisia. Abbattuto col suo aereo il 22.1.

1943, rimase gravemente ferito. L’8.9.1943, trovandosi a Trieste in licenza di convalescenza, raggiunse l’aeroporto più vicino e si portò a Roma. Qui, nelle giornate del 9 e

10 settembre partecipò ai combattimenti contro i tedeschi a Porta S. Paolo.

Dopo l’occupazione della Capitale, costituì un gruppo clandestino che operò contro i tedeschi nella zona di Monte Gennaro. Liberata Roma, si mise a disposizione dello Stato maggiore dell’Aeronautica e venne incaricato di organizzare servizi di rifornimento ai partigiani combattenti sull'Appennino.

Atterrando ripetutamente dietro le linee nemiche, in campi di fortuna allestiti dai partigiani, portò a termine audaci missioni. Nell’aprile

1945 contribuì personalmente a salvare dalla distruzione il porto di Genova minato dai tedeschi. Promosso capitano e poi maggiore (1947), fu c[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 292

Brano: [...]per i binari della RomaCassino furono invece preparate in un’osteria di Marino e portate dagli stessi partigiani.

Le squadre partirono la sera del 20.12.1943: la prima (vi si unì anche il comandante Cavaglione) si diresse al ponte delle Sette Luci ed era comandata da Ferruccio Trombetti, un giovane bolognese, sergente del 1° Reggimento Granatieri, che già aveva combattuto contro i tedeschi nelle giornate del 910 settembre alla Cecchignola e a Porta S. Paolo; l’altra si portò nella zona di Labico ed era comandata da Marcaurelio Trovai usci, un minatore di Marino. Entrambe le operazioni riuscirono perfettamente. Al ponte delle Sette Luci saltò in aria una tradotta militare e si disse allora che i tedeschi vi avessero perduto, tra morti e feriti, non meno di 400 uomini. Sulla RomaCassino fu fatto invece deragliare un convoglio carico di prezio

292



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 863

Brano: [...]
Lupo. Medaglia doro al valor militare alla memoria. N. nel 1914 a Monzuno (Bologna), m. il 29.9.1944 a Marzabotto (Bologna); operaio meccanico.

Soldato carrista, durante la Seconda guerra mondiale combattè in Africa settentrionale. Fatto prigioniero dagli inglesi riuscì a evadere,

Mario Musolesi

raggiungendo dopo tre giorni di marcia il suo reparto. Ferito, fu rimpatriato.

L'8.9.1943, trovatosi a Roma, partecipò ai combattimenti di Porta S. Paolo contro i tedeschi. Successivamente raggiunse la natia Vado (Monzuno), nella valle del Setta, non lontano dalla strada Porrettana. Qui, insieme al fratello e alla sorella, diede vita ai primi nuclei partigiani che nel febbraio 1944 avrebbero costituito la Brigata « Stella Rossa », della quale divenne comandante.

Dotato di grandi capacità militari e organizzative, fu assai temuto dai fascisti che misero sulla sua testa la taglia di un milione di lire. Si professava « apolitico » sostenendo che prima bisognava cacciare i tedeschi e poi si sarebbe fatta la politica. Era rigoroso nel pre[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 81

Brano: Neofascismo

1957

11.1: A Roma, distrutta dai fascisti la lapide di Porta S. Giovanni, posta in memoria delle vittime dei nazisti.

24.4: A Roma, bomba contro la sede dell'A.N.P.I. di via Zanardelli. 6.5: A Roma, aggressione neofascista contro gli avvocati difensori di alcuni partigiani di Oderzo, giugno: Governo del D.C. Adone Zoli sostenuto dai voti missini, settembreottobre: Raduni fascisti a Predappio.

1958

25.5: Il M.S.I. perde l’1% nelle elezioni politiche.

1959

19.1: Irruzione fascista nella sede della Federazione comunista di Trento.

20.2: Bomba fascista nella sala del Consiglio comunale di Trento durante una seduta.

24.3: Tentativo di inc[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 518

Brano: [...]o del 1° Reggimento « Granatieri di Sardegna »,

nel giugno 1940 fu chiamato alle armi e mobilitato sul Fronte Occidentale, e dal gennaio 1941 su quel

lo grecoalbanese. Rimpatriato per grave malattia, nel maggio 1942 fu collocato in congedo assoluto. L’8.9.1943 fu tra i primi a organizzare in Roma la partecipazione popolare alla lotta armata contro i tedeschi (v. Armistizio e difesa di Roma). In abiti civili e sommariamente armato accorse a Porta S. Paolo (v.), si unì ai suoi granatieri e, con essi, si batté a oltranza fino a quando cadde colpito a morte.

Pertini, Alessandro

Medaglia d’oro della Resistenza; presidente della Repubblica dal 1978.

N. a Stella San Giovanni (Savona) il 25.9.1896; laureato in Giurisprudenza e in Scienze politiche e sociali, giornalista.

Combattente nella Prima guerra mondiale come tenente dei mitraglieri, nel 1918 si iscrisse al P.S.I. e nell'ottobre 1922, con la scissione di questo partito, passò al Partito socialista unitario (P.S.U.). Trovatosi subito in conflitto irriducibile con il fascismo, [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 571

Brano: Socialista Italiano, Partito

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rttrfaaaav. avvi

t:

QUOTIDIANO DEL PARTITO SOCIALISTA ITALIANO DI UNITA' PROLETARIA

l'autorità suprema dello Stato

deve essere espressa dai Comitati di liberazione

Titoli di testa dell'“Avanti!” uscito a Milano il 3.5.1945

(a Porta S. Paolo a Roma, nell'insurrezione di Firenze e il 25 aprile a Milano), quasi a sottolineare le segnalate carenze sul piano collettivo. Si dovette a questi uomini e a pochi altri, ma anche al prestigio dell’intera tradizione socialista, la nascita delle Brigate Matteotti (v.). D’altra parte, mentre l’attesismo democraticorivoluzionario di Lelio Basso veniva in parte riassorbito, il P.S.I.U.P. continuava a distinguersi per i suoi residui massimalistici, come per le capacità tattiche e propagandistiche proprie di Nenni.

Da quella stessa epoca ebbe inizio

lo sviluppo di un’elaborazione auton[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 696

Brano: [...]zarono incontri fra gli anziani antifascisti, ex militari e giovani del luogo, per dar vita a gruppi armati. Una riunione decisiva per la costituzione delle prime unità operative avvenne a fine ottobre, nella sagrestia della chiesa di Vado, presenti, oltre a don Eolo Cattami, Umberto Crisalidi e Leonildo Tarozzi (v.) (due vecchi antifascisti, il primo di Monzuno e il secondo di Bologna), Mario Musolesi (v.) chiamato “Lupo” che aveva combattuto a Porta S. Paolo a Roma), Giorgio Ugolini, Giovanni Rossi (v.) e altri ancora. La prima clamorosa azione, organizzata nei paraggi dopo tale riunione, fu il sabotaggio compiuto il 23.11.1943 contro la linea ferroviaria “Direttissima”.

Mentre registravano gravi insuccessi i primi sforzi condotti al fine di insediare bande partigiane sulle montagne immediatamente sovrastanti Bologna (tanto che nuclei di partigiani vennero inviati nel Veneto e si formularono ipotesi di “impossibilità naturale” a condurre la guerriglia sull’Appennino), la formazione guidata da Lupo andò prendendo sempre più consistenza i[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 43

Brano: [...]rdata, alla periferia e senza gravi danni.

Stragi e battaglie

La Resistenza teramana registrò molti episodi memorabili: eccidi, processi, condanne, fucilazioni, combattimenti sostenuti dai singoli o da bande più o meno numerose. Nella notte sul 17.11.1943, repubblichini e tedeschi uccisero ad Atri Francesco Martella, ex fuoruscito in Francia e ufficiale garibaldino in Spagna, poi confinato a Ventotene e, dopo l’8.9.1943, tra i difensori di Porta S. Paolo a Roma, infine partigiano in Abruzzo. Il 13 dicembre cadde in combattimento, a Montorio al Vomano, il già ricordato Ercole Vincenzo Orsini, responsabile dell'esecutivo clandestino provinciale comunista. Pochi giorni prima aveva presieduto alla periferia di Teramo una riunione del Comitato segreto comunista d’azione, composto (oltre che da lui) da Berardo Taddei, Alfredo Zaccaria, Umberto Angelucci, Tommaso Ciunei, Giuseppe Trippetta e Felice Zippilli.

43



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 96

Brano: [...]conto e a esprimere la propria volontà di lotta perché il fascismo non ritornasse. Per iniziativa del Fronte nazionale (ora trasformato in Comitato di liberazione nazionale) si cercò di organizzare una “guardia nazionale”: ma mancavano le armi, e chi le deteneva era il generale AdamiRossi, ormai pronto al tradimento. In ultima analisi, il suo categorico rifiuto di armare i civili (come invece era accaduto a Roma, il che portò ai combattimenti di Porta S. Paolo) fece fallire ogni possibilità di resistenza armata. I tedeschi entrarono a Torino senza colpo ferire: il neonato Comitato di Liberazione Nazionale torinese aveva subito la sua più dura sconfitta.

La genesi del movimento partigiano non è mai stata seriamente studiata, anche e soprattutto perché

il tentativo dei partiti di annettersi l’origine di tale movimento ha reso impossibile o quasi uno studio obiettivo di tale fondamentale capitolo della nostra storia. È però ormai assodato che i primi nuclei di lotta armata si formarono sulle montagne per iniziativa di quella che possiamo [...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Porta S, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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